Una vecchia fonte di doglianze si verifica quando il coniuge separato (o divorziato) va a vivere con un'altra persona.
Al disappunto derivante magari da un po' di gelosia (sempre dura a finire) si aggiunge l'aspetto tipicamente economico.
Se mia moglie ora vive con un altro per quale motivo dovrei mantenerla io?
Questa è la classica lamentela.
La giurisprudenza sosteneva che la nuova convivenza aveva valore solo se aveva riflessi economici.
La moglie, nel caso specifico, perdeva quindi l'assegno solo nel caso in cui dalla nuova convivenza le derivasse un sostegno economico tale da rendere superfluo l'assegno di mantenimento del coniuge.
La situazione era (ed è) diversa in caso di matrimonio: in questo caso l'assegno si perde comunque.
Tornando alla convivenza, la sentenza 17195 (Cassazione civile 11.8.2011) ha cambiato le carte in tavola.
Per i giudici della Suprema Corte si perde il diritto all'assegno in caso di stabile convivenza con una nuova persona.
É evidente che qui per convivenza si intende il vivere more uxorio, cioè come marito e moglie. Non avrebbe alcun valore di conseguenza il vivere nello stesso appartamento (anche se con persona di sesso diverso) per risparmiare sull'affitto.
Un aspetto che non è stato esaminato dalla sentenza (ma che è logicamente conseguente) è che può avere questo rilievo anche una convivenza omosessuale purché ci siano gli aspetti della stabilità e dell'affettività.
Questa sentenza è fondamentale perché, al di là della questione in se', è un ulteriore segno della parificazione della convivenza al matrimonio. in questo caso la convivenza viene parificata al matrimonio tanto è vero che si perde l'assegno anche se il nuovo compagno è in condizioni economiche tali da portare addirittura un peggioramento nella situazione del beneficiario dell'assegno.
Si cerca quindi di porre rimedio ad una situazione che appariva palesemente ingiusta.
Nei fatti poi l'assegno cesserà quando l'erogatore dell'assegno instaurerà un giudizio tendente a dimostrare la convivenza more uxorio. In qualche caso può essere oggettivamente difficile di fronte all'atteggiamento negatorio della controparte.
Ricordiamo che l'Italia è il paese dove tante coppie anziane si sposano solo religiosamente, al solo fine di non perdere il diritto alla pensione di reversibilità...
Quanto detto sopra non ha comunque nessun rilievo nei confronti dei figli. Rimane al genitore l'obbligo di provvedere ai loro bisogni.
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