Indice dei post

giovedì 24 aprile 2014

Importanza della confessione del "traditore", anche ai fini dell'assegno di mantenimento. Un caso, una sentenza.

L'addebito della separazione può avere conseguenze sull'assegno di mantenimento:  il coniuge "colpevole" perde il diritto all'assegno stesso.
Tra le fonti di prova che possono dimostrare i comportamenti contrari ai doveri matrimoniali, quei comportamenti che possono far addebitare la separazione, ci sono certamente le lettere.
La Cassazione si è occupata di un caso emblematico, con la recentissima sentenza n. 7998 del 4 aprile 2014.
Il marito sosteneva che la separazione dovesse essere addebitata alla moglie per le sue continue infedeltà.
La moglie sosteneva che il comportamento che aveva provocato il fallimento del matrimonio era quello del marito; a sostegno della sua tesi portava una lettera nella quale il marito si scusava con lei. Il marito ammetteva per iscritto di aver trascurato la moglie e la famiglia.
Il Tribunale aveva dato ragione al marito decidendo che le infedeltà della donna avevano fatto fallire il matrimonio. La donna proponeva appello e la Corte d'Appello le dava ragione: la separazione era quindi addebitata al marito.
Infine la Corte di Cassazione argomentava che la sola ammissione contenuta nella lettera dell'uomo non era di per se' prova del comportamento negativo. Rilevava anche che dopo la lettera la coppia aveva deciso di adottare un bambino e quindi aveva dimostrato una volontà tesa a mandare avanti il matrimonio.
La Cassazione non definiva il giudizio. Rinviava gli atti alla Corte di Appello, decidendo che questa avrebbe dovuto comparare i comportamenti negativi di moglie e marito per vedere quale effettivamente era stato la causa del fallimento del matrimonio.
In linea astratta non riteneva quindi che si potesse dare più importanza alle mancanze ammesse dal marito o ai tradimenti della moglie.

Nessun commento:

Posta un commento