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domenica 28 giugno 2015

Spetta l'assegno al figlio stagionato che non studia e non cerca lavoro?

Il principio generale è che i figli vadano mantenuti finchè non siano autonomi.
In base a questo principio ci sono genitori sessantenni che pagano l'assegno di mantenimento per figli quarantenni che non hanno un lavoro stabile.
La Corte di Cassazione, con la sentenza 27377 del 6.12.2013, I sezione civile, 

ha esaminato il caso di una studentessa fuori corso di oltre trenta anni.
La donna continuava a prendere l'assegno del padre nonostante non desse gli esami prescritti all'Università e fosse in notevole ritardo.
La Corte ha rilevato che il fatto di non superare gli esami, unitamente alla circostanza che la donna non si cercasse un lavoro (senza un giustificato motivo), fosse sufficiente per far perdere l'assegno di mantenimento alla figlia.
E' una sentenza che stabilisce un principio molto importante e che va comunque ben distinto dal caso in cui il figlio abbia un giustificato motivo (penso ad una invalidità ad esempio) per non superare gli esami o per non trovarsi un lavoro.

Indice ISTAT di maggio 2015 per l'adeguamento dell'assegno di mantenimento. L'importo diminuisce.

L'ISTAT, il 15 giugno 2015 ha pubblicato gli indici per il mese di maggio. 
 La variazione del mese di maggio 2015 rispetto a maggio 2014 è di -0,1 %. 
Questo significa che se un assegno di mantenimento era ad aprile 2014 di € 1.000, ad aprile 2015 diventa (€ 1000/100*99,9(100-0,1)) € 999,00. 
In questo caso, quindi, l'assegno di mantenimento diminuisce. In teoria quindi il costo della vita dovrebbe essere diminuito, in un anno, dello 0,1 %.

 
 
Per fare calcoli più veloci (anche per più anni precedenti) è comunque disponibile il foglio di calcolo in fondo a questa pagina. 
 
I dati sono comunque ricavabili (con qualche difficoltà) dal sito www.istat.it. Bisognerà cercare i dati dell'indice dei prezzi dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati.

sabato 13 giugno 2015

Se si convive in modo stabile si perde l'assegno di mantenimento. Nuova sentenza della Cassazione.

La Corte di Cassazione civile, con la sentenza n. 6855 del 3 aprile 2015 ha stabilito un principio rivoluzionario.
Se l'ex coniuge inizia una convivenza stabile questa viene considerata alla stregua di un matrimonio di fatto.
Di conseguenza si perde il diritto all'assegno di mantenimento, come se ci si fosse sposati di nuovo.
Si tratta di un ulteriore passo nella strada della parificazione della convivenza al matrimonio. Questo alla faccia di chi convive perchè non si vuole sposare ...
Ovviamente la Cassazione non intende tutte le convivenze ma solo quelle in cui ci siauna vera e propria "famiglia di fatto" vale a dire ci siano valori come solidarietà, arricchimento e sviluppo della personalità di ogni componente e ci siano educazione ed istruzione dei figli. Si tratta di principi belli e "fumosi"...
E come si fa a capire se una convivenza rientra in questa categoria? Si fa una bella causa ovviamente.
Questa sentenza, l'aumento del contenzioso che ne deriverà, derivano dall'idea di poter parificare matrimonio e convivenza.
Il problema è che mentre è facile  capire quando c'è un matrimonio, non è altrettanto facile capire quando una convivenza abbia le caratteristiche di una vera e propria famiglia di fatto. Non esistono criteri oggettivi come la durata della convivenza ad esempio o come una dichiarazione formale o come la residenza anagrafica comune.
Del resto i valori (bellissimi peraltro) di cui parla la Cassazione mancano spesso nel matrimonio.
Al di là delle battaglie di fondo sul concetto di matrimonio e convivenza, occorre che le leggi siano fatte bene. Le leggi sono fatte bene quando sono chiare e questo tipo di sentenze porta solo ulteriore confusione.
La nota positiva che vedo in questa sentenza è che un colpo molto forte ai furbi che vogliono avere una nuova famiglia ma non si sposano di nuovo solo per non perdere l'assegno.
Non va nemmeno dimenticato per correttezza che anche con interpretazioni di verse si poteva arrivare a risultati apparentemente simili.
Se infatti l'ex moglie conviveva stabilmente con un miliardario, essendo mantenuta stabilmente da questo poteva perdere il diritto all'assegno versato dall'ex marito perchè non ne aveva certamente bisogno.
La differenza enorme è che oggi si perde l'assegno anche se il convivente è povero e magari mantenuto dall'ex moglie. Al di là dell'aspetto economico conta il tipo di rapporto, tale da essere seriamente definito "famiglia di fatto".

L'indice ISTAT di aprile 2015. L'assegno di mantenimento diminuisce.

L'ISTAT, il 13 maggio 2015 ha pubblicato gli indici per il mese di aprile. 
La variazione del mese di aprile 2015 rispetto a aprile 2014 è di -0,3 %. 
Questo significa che se un assegno era ad aprile 2014 di € 1.000, ad aprile 2015 diventa (€ 1000/100*99,7(100-0,3)) € 997,00. 
In questo caso, quindi, l'assegno di mantenimento diminuisce. In teoria quindi il costo della vita dovrebbe essere diminuito, in un anno, dello 0,3 %.

Per fare calcoli più veloci (anche per più anni precedenti) è comunque disponibile il foglio di calcolo in fondo a questa pagina. I dati sono comunque ricavabili (con qualche difficoltà) dal sito www.istat.it. Bisognerà cercare i dati dell'indice dei prezzi dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati.

sabato 6 giugno 2015

Le nuove frontiere del contenzioso familiare e odio dei figli per il padre.

Ho usato intenzionalmente la parola "odio" nel titolo.
Uno dei campi in cui le passioni divampano, facendo bruciare sia l'odio che l'amore, è proprio la famiglia.
In famiglia ci si ama ma si uccide anche.
Il problema, quello che da problemi, è che questi due sentimenti contrastanti spesso convivono e ci fanno andare un momento di qua, un momento di là; questo contrasto ci può devastare dentro.
Venendo al campo del diritto matrimoniale, ho notato una tendenza degli ultimi anni.
In genere si pensa al contenzioso tra la moglie ed il marito.
Ora a questo si è aggiunto un contenzioso che diventa ogni giorno sempre più grave, quello tra i figli ed il padre.
L'ultimo padre con cui ho parlato mi ha chiesto di agire giudizialmente contro il figlio perché gli dia un aiuto per vivere. Lui vive (pagando anche un affitto) con un introito di 600 - 700 € al mese.
Il figlio è un funzionario di banca con un buon reddito.
Al di là dell'aspetto economico, il mio cliente non riusciva nemmeno a parlare raccontando che il figlio (40 anni) rifiuta di vederlo e se lo vede lo insulta. Raccontava di essere contento quando capita che invece di insultarlo lo prende in giro ...
Un mio amico separato ha proposto alla figlia di regalarle un appartamento. La figlia è diventata verde ed ha rifiutato quando il padre ha aggiunto che magari sarebbe potuto venire a dormire una volta ogni tanto, quando fosse capitato a Roma (vive fuori).
Conosco queste due persone e sono tutt'altro che mostri.
Perché capita questo?
E' una dato comune psicologico che ha torto sempre e comunque, per un bambino, il genitore che va via da casa. Il padre è quello che va via, nella quasi totalità dei casi; va via avendo torto o ragione ma questo in pratica non conta. Siamo guidati dai sentimenti, non dalla razionalità, soprattutto se siamo bambini.
Pur con tutta la buona volontà il padre perde - salvo rari e fortunati casi - il suo carisma, il suo potere di guidare il figlio; perde anche l'affetto del figlio. Ci sono padri che profittano della separazione per fuggire ed altri continuano a prendersi cura dei propri figli, spesso con grosse difficoltà.
I ragazzi perdono anche la capacità di incontrarsi con una figura maschile nel mondo della scuola perché la quasi totalità degli insegnanti sono le donne.
Si creano problemi a tal punto che ora ci sono psicologi che si occupano anche di terapia o mediazione familiare tra padri e figli.
Veniamo ora agli aspetti legali.
Per quello che riguarda l'assegno di mantenimento, il padre è tenuto (come la madre) a mantenere il figlio anche quando ha abbondantemente superato la maggiore età. Basta che non sia economicamente autonomo.
Questo accade per i figli bambini ma anche per padri settantenni e figli di 30 o quaranta anni.
Ci sono molte sentenze in questo campo, sempre di più. In questo blog ne ho citate diverse.
Altro aspetto legale è quello del diritto agli "alimenti"  che i genitori in genere hanno nei confronti dei figli.
Gli alimenti sono il minimo che occorre per sopravvivere e quindi tendenzialmente sono inferiori all'assegno di mantenimento per un figlio.
E' prevedibile che in futuro questo tipo di cause aumenti sempre di più.
Il mio lavoro è l'avvocato e guadagno quando la gente litiga. Nello stesso tempo è con fastidio che vedo cause nate non da giuste esigenze ma da semplice odio, soprattutto nel campo familiare.