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sabato 6 giugno 2015

Le nuove frontiere del contenzioso familiare e odio dei figli per il padre.

Ho usato intenzionalmente la parola "odio" nel titolo.
Uno dei campi in cui le passioni divampano, facendo bruciare sia l'odio che l'amore, è proprio la famiglia.
In famiglia ci si ama ma si uccide anche.
Il problema, quello che da problemi, è che questi due sentimenti contrastanti spesso convivono e ci fanno andare un momento di qua, un momento di là; questo contrasto ci può devastare dentro.
Venendo al campo del diritto matrimoniale, ho notato una tendenza degli ultimi anni.
In genere si pensa al contenzioso tra la moglie ed il marito.
Ora a questo si è aggiunto un contenzioso che diventa ogni giorno sempre più grave, quello tra i figli ed il padre.
L'ultimo padre con cui ho parlato mi ha chiesto di agire giudizialmente contro il figlio perché gli dia un aiuto per vivere. Lui vive (pagando anche un affitto) con un introito di 600 - 700 € al mese.
Il figlio è un funzionario di banca con un buon reddito.
Al di là dell'aspetto economico, il mio cliente non riusciva nemmeno a parlare raccontando che il figlio (40 anni) rifiuta di vederlo e se lo vede lo insulta. Raccontava di essere contento quando capita che invece di insultarlo lo prende in giro ...
Un mio amico separato ha proposto alla figlia di regalarle un appartamento. La figlia è diventata verde ed ha rifiutato quando il padre ha aggiunto che magari sarebbe potuto venire a dormire una volta ogni tanto, quando fosse capitato a Roma (vive fuori).
Conosco queste due persone e sono tutt'altro che mostri.
Perché capita questo?
E' una dato comune psicologico che ha torto sempre e comunque, per un bambino, il genitore che va via da casa. Il padre è quello che va via, nella quasi totalità dei casi; va via avendo torto o ragione ma questo in pratica non conta. Siamo guidati dai sentimenti, non dalla razionalità, soprattutto se siamo bambini.
Pur con tutta la buona volontà il padre perde - salvo rari e fortunati casi - il suo carisma, il suo potere di guidare il figlio; perde anche l'affetto del figlio. Ci sono padri che profittano della separazione per fuggire ed altri continuano a prendersi cura dei propri figli, spesso con grosse difficoltà.
I ragazzi perdono anche la capacità di incontrarsi con una figura maschile nel mondo della scuola perché la quasi totalità degli insegnanti sono le donne.
Si creano problemi a tal punto che ora ci sono psicologi che si occupano anche di terapia o mediazione familiare tra padri e figli.
Veniamo ora agli aspetti legali.
Per quello che riguarda l'assegno di mantenimento, il padre è tenuto (come la madre) a mantenere il figlio anche quando ha abbondantemente superato la maggiore età. Basta che non sia economicamente autonomo.
Questo accade per i figli bambini ma anche per padri settantenni e figli di 30 o quaranta anni.
Ci sono molte sentenze in questo campo, sempre di più. In questo blog ne ho citate diverse.
Altro aspetto legale è quello del diritto agli "alimenti"  che i genitori in genere hanno nei confronti dei figli.
Gli alimenti sono il minimo che occorre per sopravvivere e quindi tendenzialmente sono inferiori all'assegno di mantenimento per un figlio.
E' prevedibile che in futuro questo tipo di cause aumenti sempre di più.
Il mio lavoro è l'avvocato e guadagno quando la gente litiga. Nello stesso tempo è con fastidio che vedo cause nate non da giuste esigenze ma da semplice odio, soprattutto nel campo familiare.

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