Nel mio post precedente ( http://www.assegno-mantenimento.com/2014/02/lo-shopping-esagerato-puo-portare-alla.html ) ho citato una sentenza per la quale la moglie malata psicologicamente (shopping compulsivo) ha avuto addebitato il fallimento del matrimonio ed ha perso l'assegno di mantenimento.
Si tratta della sentenza n. 25843 dell'anno 2013 della Cassazione Civile.
Quello che colpisce è che in questo caso la moglie è stata riconosciuta malata psicologicamente e che la conseguenza giuridica di questa malattia è che si è ritenuto lecito lasciarla e non darle nemmeno un assegno di mantenimento.
Questo è in contrasto con le obbligazioni giuridiche del matrimonio:
"Art. 143 c.c. Diritti e doveri reciproci dei coniugi.
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia."
In questo caso la moglie è malata e chiaramente. La conseguenza è che viene abbandonata e mazzolata.
Mi sembra ci sia un forte contrasto. Secondo il codice si dovrebbe dare assistenza al coniuge malato. Qui invece prevale l'interesse egoistico su quello della solidarietà, umana e coniugale.
La soluzione logica è che i doveri previsti dall'art. 143 debbano essere temperati a seconda della situazione concreta e della normale tollerabilità.
Nel caso specifico si può infatti pensare che si fosse ritenuto troppo pesante sopportare questa malattia psichica della moglie?
Va bene quindi il diritto a separarsi ma ... mi sembra sempre strano che da questo si faccia perdere anche il diritto all'assegno di mantenimento!
E quando la malattia è magari un tumore o una grave invalidità? I criteri dovrebbero essere i medesimi... sempre malattia è.
Oppure si ritiene che una malattia psichica sia colpa di chi la ha?
L'unica colpa che in questi casi si può eventualmente addebitare è quella di non essersi rivolti ad uno psicoterapeuta. Non si può pesare sugli altri se si rifiuta di cercare di risolvere il proprio problema,
E' un campo che merita una riflessione profonda, da vari punti di vista, sociale, giuridico, psicologico, religioso.