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lunedì 16 novembre 2015

Adeguamento Istat per il mese di ottobre 2015. Assegno mantenimento invariato.

L'ISTAT,  ha pubblicato gli indici per il mese di ottobre 2015. 

Questo dato serve per calcolare l'adeguamento dell'assegno di mantenimento con decorrenza ottobre. 

La variazione del mese di ottobre 2015 rispetto a ottobre 2014 è dello 0 %. 

Questo significa che se un assegno di mantenimento era a ottobre 2014 di € 1.000, a ottobre 2015 diventa (€ 1000/100*100 (cioè 100-0)) € 1.000.  Rimane quindi invariato.

Per fare calcoli più veloci (anche per più anni precedenti) è comunque disponibile il foglio di calcolo in fondo a questa pagina. 

I dati sono comunque ricavabili (con qualche difficoltà) dal sito www.istat.it. Bisognerà cercare i dati dell'indice dei prezzi dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati

mercoledì 11 novembre 2015

Chi paga l'assegno di mantenimento non ha diritto di sapere come vengono spesi i soldi


Alle volte il diritto non è non sembra logico, specialmente se per diritto intendiamo le decisioni della Corte di Cassazione.
Il caso è semplice.
Tizio versa un assegno per il mantenimento dei figli minori.
Nonostante le numerose richieste la moglie non gli dice come spenda il denaro. La soluzione logica sembrerebbe quella che la moglie è obbligata a dimostrare come spende i soldi per i figli o che li spende per i figli e non magari per se stessa.
La Corte di Cassazione civile con la sentenza 12645 del 2015 (18.6.2015) ha deciso che non si abbia alcun diritto al rendiconto.
Questo perchè l'assegni di mantenimento è stabilito in modo forfettario, considerando i redditi dei due genitori.
Detta così non convince molto ed a mio parere esisterebbe la possibilità di far perdere l'assegno a chi lo usa in modo improprio ma di fatto la Cassazione ha questo orientamento.
Ovviamente la richiesta di rendiconto non dovrebbe diventare nella pratica un incubo, un fastidio dato al coniuge con cui vivono i figli; nello stesso tempo un minino di controllo sarebbe giusto che ci fosse.

mercoledì 4 novembre 2015

Adeguamento ISTAT di settembre 2015

L'ISTAT,  ha pubblicato gli indici per il mese di settembre 2015. 
La variazione del mese di settembre 2015 rispetto a settembre 2014 è di -0,1 %. 
Questo significa che se un assegno di mantenimento era a settembre 2014 di € 1.000, a settembre 2015 diventa (€ 1000/100*99,9(cioè 100-0,1)) € 999. 
In questo caso, quindi, l'assegno di mantenimento si riduce. In teoria quindi il costo della vita dovrebbe essere diminuito, in un anno, dello 0,1 %.
Per fare calcoli più veloci (anche per più anni precedenti) è comunque disponibile il foglio di calcolo in fondo a questa

pagina. 
I dati sono comunque ricavabili (con qualche difficoltà) dal sito www.istat.it. Bisognerà cercare i dati dell'indice dei prezzi dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati

L'assegno di mantenimento può essere ridotto con l'aggravarsi delle condizioni di salute dell'obbligato

Spesso la Cassazione scopre l'acqua calda ma è importante che lo faccia perchè capita anche che vengano prese decisioni molto discutibili. Quindi ... meglio le cose ovvie.
Ci si meraviglia anzi che si debba discutere su tante cose ovvie.
Veniamo al punto.
Il tribunale di La Spezia aveva imposto al padre di versare un assegno di mantenimento per la figlia minorenne di € 2.000,00 mensili. La cifra è stata determinata in virtù di un accordo redatto in precedenza tra i coniugi.
Il padre ha proposto reclamo alla Corte di Appello sul presupposto che le sue condizioni di salute si erano aggravate. E' infatti un professionista e la sua capacità di reddito si sarebbe ridotta per l'aggravarsi delle condizioni di salute.
La Corte di Appello di Genova gli dava ragione.
La madre ricorreva per Cassazione sostenendo che i redditi sulla base dei quali si era concordato l'assegno erano quelli da pensione e questi erano rimasti invariati nonostante l'aggravarsi della malattia.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 19106 del 2015 ha dato ragione al padre.
Ha rilevato che il padre aveva concordato di dare € 2.000 sul presupposto di poter integrare il reddito da pensione con quello dell'attività professionale.
Non potendo più lavorare da professionista per l'aggravarsi delle condizioni di salute, non poteva quindi più darsi validità all'accordo.
Era quindi giusto che la Corte d'Appello di Genova avesse ridotto l'assegno ad € 850,00 mensili.
La decisione è certamente condivisibile.
Nello stesso tempo va rilevato che molte volte le decisioni vengono prese in base a "sfumature" pur nella costanza dei principi generali.
Sempre difficile quindi indicare con certezza quale possa essere il verdetto finale.