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mercoledì 4 novembre 2015

L'assegno di mantenimento può essere ridotto con l'aggravarsi delle condizioni di salute dell'obbligato

Spesso la Cassazione scopre l'acqua calda ma è importante che lo faccia perchè capita anche che vengano prese decisioni molto discutibili. Quindi ... meglio le cose ovvie.
Ci si meraviglia anzi che si debba discutere su tante cose ovvie.
Veniamo al punto.
Il tribunale di La Spezia aveva imposto al padre di versare un assegno di mantenimento per la figlia minorenne di € 2.000,00 mensili. La cifra è stata determinata in virtù di un accordo redatto in precedenza tra i coniugi.
Il padre ha proposto reclamo alla Corte di Appello sul presupposto che le sue condizioni di salute si erano aggravate. E' infatti un professionista e la sua capacità di reddito si sarebbe ridotta per l'aggravarsi delle condizioni di salute.
La Corte di Appello di Genova gli dava ragione.
La madre ricorreva per Cassazione sostenendo che i redditi sulla base dei quali si era concordato l'assegno erano quelli da pensione e questi erano rimasti invariati nonostante l'aggravarsi della malattia.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 19106 del 2015 ha dato ragione al padre.
Ha rilevato che il padre aveva concordato di dare € 2.000 sul presupposto di poter integrare il reddito da pensione con quello dell'attività professionale.
Non potendo più lavorare da professionista per l'aggravarsi delle condizioni di salute, non poteva quindi più darsi validità all'accordo.
Era quindi giusto che la Corte d'Appello di Genova avesse ridotto l'assegno ad € 850,00 mensili.
La decisione è certamente condivisibile.
Nello stesso tempo va rilevato che molte volte le decisioni vengono prese in base a "sfumature" pur nella costanza dei principi generali.
Sempre difficile quindi indicare con certezza quale possa essere il verdetto finale.


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