Il
principio generale è chiaro: la perdita di rendita causata da un
intento fraudolento nei confronti dell'altra parte non può dar
diritto ad un assegno di mantenimento.
Al
di là dei principi la Cassazione ha stabilito che l'intento
fraudolento non possa presumersi ma debba essere provato
specificatamente e questo è decisamente difficile.
La
Corte di Cassazione I sez. civile, n. 4312/2012)
si riferiva ad un caso in cui la moglie aveva perso il lavoro
esattamente nel momento in cui l'assegno le era stato ridotto per una
parallela perdita di reddito del marito.
Il
Magistrato di merito da questo aveva argomentato il fondato
sospetto che il licenziamento fosse stato causato ad arte (o
simulato) e non ne aveva tenuto conto.
La
Cassazione ha affermato che mancava la prova esaustiva dell'intento
fraudolento ed inoltre se la moglie lo avesse fatto apposta si
sarebbe procurata comunque un danno sensibile.
Decideva
quindi di dare ragione alla moglie. Ha anche contestato la Corte
d'Appello nella parte in cui rilevava che la donna avrebbe potuto ben
fare le pulizie ad ore ed al nero.
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