Un titolo del genere sembra assurdo (per come siamo abituati) ma è uno dei primi frutti della sentenza 11504/2017 della Corte di Cassazione.
Nella determinazione dell'assegno di divorzio non si tiene più conto della differenza economica dei redditi tra i coniugi e del tenore di vita avuto durante il matrimonio; conta solo (secondo questo nuovo orientamento giurisprudenziale, non legge) che chi chiede l'assegno abbia o no un lavoro stabile che gli permetta di vivere dignitosamente.
Il caso risolto dalla Cassazione con l'ordinanza n. 20525 del 29 agosto 2017, è questo.
Il marito è un uomo decisamente ricco con un reddito molto maggiore della moglie.
La moglie è una professoressa di ruolo.
La Cassazione le ha negato l'assegno di mantenimento in quanto ha un lavoro stabile che le permette di vivere dignitosamente.
Come ho già rilevato, questo orientamento è nel solco della nuova situazione sociale per cui separazione e divorzio non sono più fatti straordinari che vanno quasi "puniti" ma - purtroppo - quasi la condizione normale.
Concludo con due riflessioni.
La prima è che tutto questo si applica all'assegno di divorzio ma non a quello di separazione.
La seconda è che, a seguito del divorzio breve, è possibile avere il divorzio pochi mesi dopo la separazione; la conseguenza è che in pratica l'assegno di separazione può diventare una barzelletta.
Concludo con due riflessioni.
La prima è che tutto questo si applica all'assegno di divorzio ma non a quello di separazione.
La seconda è che, a seguito del divorzio breve, è possibile avere il divorzio pochi mesi dopo la separazione; la conseguenza è che in pratica l'assegno di separazione può diventare una barzelletta.
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