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domenica 28 settembre 2014

Se si viveva da tirchi con un marito ricco si ha diritto all'assegno di mantenimento?

Nel post precedente abbiamo scritto che un coniuge ha diritto all'assegno relativamente al regime di vita che si era mantenuto durante il matrimonio.
Abbiamo scritto che questo ha importanza anche se se il coniuge che chiede l'assegno è ricco di per se'.
Il riferimento al regime di vita ci fa arrivare ad una importante precisazione: la sproporzione del reddito tra i coniugi ha importanza  in riferimento al regime di vita.
Supponiamo che la moglie abbia un reddito di € 3.000,00 mensili e che il marito lo abbia di € 10.000,00 mensili.
Non è automatico che spetti l'assegno e che questo debba essere sostanzialmente una media tra i due redditi.
In questo caso la moglie è certamente economicamente autosufficiente.
Bisognerà andare a vedere il tenore di vita tenuto dai coniugi durante il matrimonio.
Se erano abituati a spendere grosse cifre probabilmente gli € 3.000 della moglie non saranno sufficiente a mantenere tale tenore. Avrà quindi diritto ad un assegno adeguato.
Qualora i coniugi facessero invece vita ritirata, spendendo lo stretto necessario, la moglie non avrebbe diritto ad alcun assegno.
Colpisce sicuramente ma di fatto la vita matrimoniale tirchia o spendacciona ha sicuramente influsso sull'assegno di mantenimento, ben al di là della morale o del comune modo di sentire.



Spetta l'assegno di mantenimento alla moglie ricca?

Se la moglie è ricca ha diritto all'assegno di mantenimento?
E per il marito come ci si regola?
E' quasi superfluo dire che le situazioni sono identiche, almeno sul piano del diritto.
Sembra assurdo ma anche il coniuge ricco, proprietario di immobili e con un buon reddito, può avere diritto all'assegno di mantenimento.
Quello che in effetti conta non è tanto il reddito individuale quanto il tenore di vita tenuto durante il matrimonio.
Un caso celebre è quello della moglie di Berlusconi. Ha avuto un assegno di mantenimento di centinaia di migliaia di Euro pur essendo del tutto al di fuori dello stato di bisogno.
Nel suo, come in casi simili, conta il tenore di vita che si aveva durante il matrimonio. Se ad esempio si era abituati ad andare al ristorante tuttte le sere, frequentare costosi clubs sportivi e circoli privati, andare spesso da parrucchiere ed estetista, tutto questo - nei limiti del reddito dell'altro coniuge - dovrà essere possibile anche dopo la separazione.
In questo modo si giustifica l'assegno milionario della moglie di Berlusconi ma anche casi molto più modesti.
In questo senso, tra le altre, le sentenze Cass. Civ. Sez. I, 31 luglio 2008, n. 20886 e Cass. Civ.  4 febbraio 2011, n. 2747. 



sabato 20 settembre 2014

Per difendere bene una donna ci vuole una donna?


Agosto è passato ed anche settembre sta velocemente apprestandosi a diventare ottobre.
Il lavoro dell'avvocato ormai è ripreso a pieno ritmo e che cosa c'è di meglio di un discorso poco serio per riscaldare questo triste periodo con un sorriso?
Oggi poi è venuta a studio una cliente, separata e con una causa per modifica delle condizioni di separazione.
Alcuni suoi commenti sull'avvocato donna che l'ha assistita mi hanno fatto pensare. Molte volte ho sentito e visto donne scegliere avvocati donna con l'idea che le difendessero meglio ma, soprattutto, che facessero a pezzi il marito.
Molte dicono esplicitamente che preferiscono l'avvocato donna perché sarebbe più aggressivo.
Alcune osservazioni della cliente mi hanno colpito al di la del caso concreto.
Sosteneva che la propria avvocatessa sembrava ad un tratto parteggiare per il marito. Lei invece aveva avuto un buon rapporto con l'avvocato del marito, maschio.
Ora farò un paragone “irriverente” ma, visto che parlo di avvocati, in caso sarebbe irriverente prima per me... :-)
Prima che esseri umani siamo animali, anche se spesso ce lo dimentichiamo.
Gli psicologi dicono concordi che il nostro comportamento è dettato quasi per nulla dai ragionamenti e moltissimo da emozioni ed eredità ancestrali, nascoste nel nostro DNA.
Per di più è risaputo che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere...
Visto che siamo anche animali e visto che abbiamo deciso di essere irriverenti con gli avvocati, paragoneremo avvocati ed esseri umani ai cani.
Chi ha avuto cani mi capirà benissimo.
Un cane maschio non litiga mai con un cane femmina. Un cane femmina ringhierà ad un cane maschio ma di fatto ci andrà d'amore e d'accordo.
Un cane maschio litigherà, spesso fino alla morte, con un altro maschio per affermare la propria supremazia.
Lo stesso farà una femmina nei confronti di un'altra femmina.
Quale è l'amara conclusione?
Una donna può essere difesa meglio da un avvocato uomo. Viceversa per un uomo.
Ma … è tutto uno scherzo pre autunnale … Buon lavoro a tutti, uomini e donne che siano. L'importante è che un avvocato, uomo o donna che sia, sia un buon avvocato! :-)